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L’utilizzo della canapa in industria

L’Italia era tra i principali produttori e coltivatori mondiali di canapa sativa o industriale fino alla prima metà del secolo scorso. Nel 1931 la coltura (destinata al settore tessile) occupava 90.000 ettari dei migliori terreni italiani, producendo tra 850.000 e 1.000.000 di quintali di fibra, per un valore di 700 milioni di lire. L’abbandono fu dovuto all’arrivo di fibre tessili più economiche (come il nylon) e ai successivi interventi normativi antidroga.

Un ritorno alla sua coltivazione, attraverso le nuove regolamentazioni normative, non può che essere visto di buon occhio sia in ottica green, visto lo scarso utilizzo di sostanze chimiche connesse alla sua coltivazione, sia in relazione alle possibilità di utilizzo di questa pianta e alla quantità di settori la cui produzione può e potrebbe in misura maggiore essere destinata.

Vediamoli nel dettaglio:

– Alimentare: i semi di canapa sono uno degli alimenti con il più alto e completo valore nutrizionale: si può ricavare farina con un apporto calorico inferiore a quella di frumento (per l’apporto di proteine e non di amido), ricca di proprietà nutrienti e priva di glutine (ottima per celiaci); l’olio appare ideale per condire, vista la sua ricchezza di grassi polinsaturi; dalla canapa si possono ricavare una vasta serie di alimenti come pasta, biscotti, caffè, birra, tisane ecc…

– Cosmesi: grazie ai suoi principi attivi, la canapa è da sempre considerata anche un cosmetico nutriente e prezioso. È particolarmente indicata per la realizzazione di prodotti per la cura di cute e capelli, visto che il principio attivo dei semi tende a migliorare l’aspetto esterno della pelle, ritardare il processo d’invecchiamento e risolvere problemi di secchezza, screpolatura, arrossamenti di quest’ultima. IL CBD (cannabinoide contenuto nelle piante, non psicoattivo) tende a portarle benefici (es. a seguito di scottature, punture di insetti, ferite, cicatrici ed altro) contrastando l’insorgere e gli effetti della psoriasi e dell’acne.

– Tessile: la pianta della canapa produce una fibra robusta e che dura a lungo, che dà vita a tessuti naturali e sani e che può benissimo mescolarsi con altre fibre.

– Edilizia: si possono ricavare robuste tavole di legno di canapa. È materia prima con eccellenti proprietà termoisolanti. Il composto con la calce può essere inoltre utilizzato per la costruzione di muri o pavimentazioni.

– Zootecnia: allo stesso modo, le sue proprietà possono essere utilizzate per costituire lettiere per animali, assicurando prevenzione dai cattivi odori e dal proliferare di insetti per le sue proprietà antisettiche e antimicotiche.

– Carta: il legno di canapa può essere utilizzato per ricavare la carta, assicurando un prodotto sottile e resistente, attraverso un processo produttivo non inquinante.

– Materie plastiche: la cellulosa di canapa serve per la produzione di materiali plastici degradabili (imballaggi, isolanti e materiali da confezionamento).

– Combustibili: la canapa si può usare anche per la produzione di biomassa combustibile in sostituzione del petrolio e derivati.

– Medicina: come pianta officinale, può essere usata come antidolorifico o protettivo dell’organismo sfruttando le proprietà benefiche dei semi e del CBD. È riconosciuta la sua efficacia rispetto ad arteriosclerosi, artrosi, malattie del sistema respiratorio, disturbi cardiovascolari, colesterolo e vengono poste in rilievo le sue azioni antinfiammatorie, analgesiche, anticonvulsive, antiossidanti, antipsicotiche, antiemetiche, ansiolitiche. Studi scientifici rilevano l’efficacia nei confronti di malattie neurodegenerative quali Parkinson e Alzheimer.

La Coldiretti, nel suo studio “La new canapa economy” (pubblicato nel 2018) ha evidenziato il deciso aumento delle superfici coltivate negli ultimi anni, fotografando l’attuale stato del settore: “Boom della canapa in Italia che nel giro di cinque anni ha visto aumentare di dieci volte i terreni coltivati, dai 400 ettari del 2013 ai quasi 4000 stimati per il 2018…”. […] Secondo le stime “sono centinaia le nuove aziende agricole che hanno avviato nel 2018 la coltivazione di canapa, dalla Puglia al Piemonte, dal Veneto alla Basilicata, ma anche in Lombardia, Friuli V.G. Sicilia e Sardegna con il moltiplicarsi di esperienze innovative”.


Redazione MAG


MAG nr.2, marzo-aprile 2019

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