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Rapporto sul consumatore Bio

L’analisi contenuta nel numero speciale di MAG (uscito a inizio 2020) ha sottolineato la crescita del mercato dei prodotti biologici, che realizza sostanzialmente anno per anno un incremento sostanziale (del 164% dal 2009 al 2018, del 15% nell’ultimo anno censito rispetto al precedente).

La GDO è il principale canale distributivo Bio in Italia, con inserimento sempre di nuove catene con una linea con queste caratteristiche (attualmente sono 26) e tassi di crescita del 21% nell’ultimo anno censito (2018) rispetto al precedente. L’altro attore della distribuzione, il negozio specializzato, si presenta nei dati sostanzialmente stabile e, stante la forza della GDO, è costretto ad aggregarsi per contrastarne la supremazia.

È ora il momento di inserire nell’analisi l’altro attore, ponendosi la domanda “Chi compra Bio in Italia?”: Un quadro più preciso di questo potrebbe rivelare spunti interessanti se messo in relazione con i dati già raccolti riguardo i canali distributivi.

Le analisi effettuate sono prevalentemente nel canale del negozio specializzato, nel quale è più semplice acquisire dati già aggregati, ma in ogni caso ben tratteggiano le caratteristiche di questo particolare consumatore.

Le elaborazioni ISMEA su dati Nielsen, effettuate per Osservatorio SANA nel 2018, tracciano un identikit: il cliente Bio del negozio specializzato è sostanzialmente giovane, Millenial (sopra la media sono le famiglie con responsabile acquisti tra 25-34 anni e con figli tra i 0 e i 6 anni), con disponibilità economica maggiore della media e, in buona parte, abitante centri urbani con più di 500.000 abitanti.

Nomisma (per Osservatorio SANA) nel 2018 lo tratteggia così: 79% donna; 63% affezionato al Bio (con incidenza Bio sul carrello alimentare elevata, 40%-80%); 58% fedele al punto vendita con frequenza stimabile di almeno una volta la settimana; 50% alla ricerca di attributi specifici (Veg, light…); 50% dai 35-45 anni; 43% famiglie con figli inferiori a 12 anni.

3 Milioni sono in totale gli acquirenti Bio nei Negozi Specializzati e questi appaiono in buona percentuale come gruppo fedele a questo tipo di acquisto se è vero che Nomisma (da questionario proposto) asserisce che Il 78% dei consumi è attribuibile al 30% di acquirenti abituali, mentre solo il 5,2 % dei consumi è attribuibile al 40 % di acquirenti occasionali (ogni 3 mesi).

Tra chi ha acquistato prodotti biologici (indipendentemente dal canale), per il 45% han rappresentato la prima scelta, mentre solo il 43% ha acquistato perché in promozione e il 12% per non disponibilità del prodotto tradizionale.

L’analisi congiunta consumatori/canali distributivi, come accennato, regala alcune sorprese e notevoli spunti di riflessione. Se abbiamo visto dai dati di vendita che il consumatore Bio privilegia la GDO, colui che preferisce il negozio specializzato appare però maggiormente fedele alla sua scelta (e questa appare maggiormente deliberata) e consuma Bio in misura maggiore: tra coloro legati alla distribuzione specifica, più del 60% consuma Bio una o più volte alla settimana, mentre tra i fedeli alla GDO, il 44% almeno una volta alla settimana. (Fonte: Nomisma per Osservatorio SANA, 2018).

A prova di questo, la stessa fonte afferma che colui che acquista Bio in un negozio specializzato ritiene l’assortimento al punto vendita un fattore importante in misura maggiore rispetto a colui che acquista in GDO, il quale ha scelto il punto vendita principalmente in base alla comodità: il consumatore Bio sceglie la GDO per motivi di: comodità al 33%, convenienza 13% mentre per assortimento solo al 12%; quest’ultimo diventa invece il principale motivo per chi sceglie il rivenditore autorizzato (24%), con a ruota fiducia e qualità rispettivamente al 19 e 15%.

Una prova ulteriore di questa affermazione la si ottiene andando a osservare i luoghi abituali di acquisto di coloro che fanno particolari scelte alimentari, come vegetariani e vegani (e che, fonte Eurispes) costituiscono il 7,3% complessivo della popolazione.

Per questi, il canale specializzato (secondo il rapporto Osservatorio VeganOk 2017) si rivela ancora il principale canale di riferimento, con una percentuale del 57% del campione interpellato; la scelta della GDO è indicata dal 27%, mentre le botteghe, i mercati o l’acquisto diretto dal produttore coinvolge poco più del 10% di questo.


Redazione MAG


Tratto da: MAG online, marzo 2020

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