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Stress da preoccupazione

Lo stress rappresenta una risposta aspecifica del nostro organismo di fronte a un qualsiasi stimolo esterno o interno che possa costituire una minaccia alla nostra sopravvivenza o che provochi una risposta di adattamento tesa a ristabilire l’omeostasi (equilibrio) interna.
La parola COVID – CRISI – GUERRA cosa genera dentro il nostro cervello emozionale? La parola COVID rappresenta in questo contesto storico il “nemico” da combattere”? ​CRISI cosa significa per il nostro cervello emozionale? E la parola GUERRA quali conseguenze porta nei nostri pensieri? Se si, tutta questa situazione aumenta lo stress? Questo aumento di stress è pericoloso per l’essere umano?
Durante la nostra vita si possono, fare esperienze sgradevoli e impreviste, talora dolorose e traumatiche. Una circostanza è traumatica quando provoca un impegno affettivo, che supera la soglia di tollerabilità di un individuo, causando, di conseguenza, la crisi emozionale.

Gli eventi traumatici aumentano lo stress emotivo?
Quindi gli eventi in grado di provocare stress, come le situazioni che nel nostro sentito emotivo consideriamo traumatiche, sono detti Stressor.
Quest’ultime possono avere una natura di tipo fisico o psicologico. Un evento diventa stressante nella misura in cui una persona lo valuta come minaccioso, e qui rientrano in gioco gli aspetti emotivi cui abbiamo accennato prima. Le parole come COVID, CRISI, GUERRA oggi rappresentano simbolicamente il nemico, la paura di morire, la minaccia invisibile e mortale, il terrore di non riuscire a superare le problematiche finanziarie che incombono, la paura che la GUERRA, arrivi fino alle soglie di casa nostra. Quindi se tutto questo è vero, allora gli eventi che stiamo vivendo provocano un aumento di stress.
Un evento stressante può essere percepito in maniera diversa da due persone? Le reazioni che le persone hanno di fronte a un evento stressante possono essere diverse? Normalmente si, ma di fonte al martellamento mediatico in cui siamo giornalmente immersi (io non guardo il telegiornale da due anni), la risposta è “NO”, in quanto l’obiettivo è uniformare la paura e portarla dentro il nostro cervello in modo tale da poterci comandare emotivamente con risposte comportamentali standardizzate e certe per individuo le persone in “bravi neuro-schiavi”.
Qualcuno leggendo questo articolo penserà che tutto ciò non è possibile, voglio dimostrare inconfutabilmente che la trasformazione in atto è ben congegnata .

Che cos’è la sindrome generale di adattamento?
Per prima cosa andiamo a vedere cosa dice il modello della Sindrome Generale di Adattamento (SGA). L’SGA dice che lo stress viene concepito come una risposta dell’organismo di fronte ad una sollecitazione, la cui reazione allo stress si articola in tre precise fasi.

  1. La prima fase detta di “allarme e mobilitazione”, si attiva quando il soggetto viene a conoscenza dell’esistenza di un evento stressante e, a livello biologico, il sistema nervoso simpatico si attiva per permettere alla persona di fronteggiare l’evento. La domanda che vi pongo: questa fase la stiamo vivendo? Il nostro sistema è in allarme?
  2. Il secondo punto dice che se l’evento stressante persiste allora si attiva la seconda fase, detta “resistenza” in cui la persona continua a essere impegnata a fronteggiare l’evento, spendendo le proprie risorse fisiche e psichiche. Avete idea di quante persone oggi soffrano di depressione perché hanno perso il lavoro? Avete idea di quante persone si siano suicidate perché non vedono un futuro davanti a loro? Avete idea di che frustrazione emotiva stiano vivendo gli anziani che non possono più abbracciare i loro nipoti, perché potrebbero essere gli untori del COVID e viceversa? Avete idea di quanti imprenditori si sentono incapaci di superare i debiti che hanno accumulato nel periodo del COVID? Quanto il meccanismo di resilienza può durare?
  3. Se questa fase perdura molto (sono ormai 24 mesi che viviamo questa situazione, alla quale ora di aggiunge la paura della GUERRA e della CRISI FINANZIARIA) entriamo nell’ultima fase che prende il nome di “esaurimento”; in questa fase cominciamo a vedere il manifestarsi dei primi segnali negativi dovuti al persistere della condizione di stress tra cui la malattia fisica, il disagio psicologico, l’incapacità di concentrarsi, l’aumento di irritabilità, fino ad arrivare alle condizioni più gravi in cui la persona appare disorientata. Avete una di queste condizioni? Avete amici che si trovano in una situazione simile a quelle descritte? Avete il desiderio di arrivare in questa fase, con grave pericolo della vostra vita?

Gli effetti fisiologici dello stress
A tutto questo si aggiungono gli EFFETTI FISIOLOGICI DELLO STRESS DIRETTI sul nostro organismo, effetti fisiologici che causano:
• aumento della pressione sanguigna;
• aumento dell’attività degli ormoni legati allo stress: ADRENALINA e CORTISOLO;
• diminuzione generale del sistema immunitario;
• comportamenti alimentari inadeguati.
Allo stesso tempo una persona, dal punto vista psicologico, esposta a livelli elevati di stress, può avere difficoltà a fronteggiare in maniera funzionale le difficoltà della vita e arrivare addirittura ad essere completamente incapace di agire.
Ci si potrebbe domandare: si può imparare a gestire tutta questa situazione?
L’organismo umano, pur essendo il risultato di un processo evolutivo lunghissimo, non è capace di affrontare eventi negativi per un tempo estremamente lungo e con alto stress emozionale. Gli effetti disfunzionali, pericolosi e distruttivi iniziano durante la fase di esaurimento, quando le risorse a breve termine dell’organismo si esauriscono.
Le strategie possibili sono o influenzare la situazione stressante di per sé, quando possibile, attuando cambiamenti delle proprie abitudini e dei propri comportamenti, ritornando a fare ciò che prima facevamo in piena libertà (difficile da attuare visto le ristrettezze di libertà che le Nazioni stanno attuando) oppure andando a modificare il modo in cui affrontiamo gli Stressor e le emozioni difficili a essi correlate.

Ritrovare gli equilibri
Molti studi presenti in letteratura ci dicono che occorre trovare un equilibrio tra il cambiamento delle situazioni, su cui è possibile esercitare un certo controllo, e l’accettazione dei vissuti emotivi che le situazioni stressanti a cui siamo esposti ci provocano, e su cui non è possibile agire, modificandoli o riducendoli.

Vi chiedete come?
Smettete di guardare la televisione, smettete di leggere i giornali, attuate la strategia di leggere un bel libro, di guardarvi un film divertente, di andare a passeggio in luoghi dove la natura è rigogliosa, arricchite il vostro bagaglio emotivo di sorrisi, movimento, meditazione, fate attività sportive leggere, ascoltate buona musica, abbracciate i vostri cari… mangiate un pezzettino di cioccolato fondente ogni tanto.
Questo processo semplice è basato sull’autoregolazione emotiva di cui siamo naturalmente dotati, che può essere potenziato per garantire una migliore gestione delle emozioni stressanti, derivate dall’esposizione di notizie emotivamente negative che giornalmente ci presentano.
Spegnendo il “pilota automatico” legato alle “cattive notizie” abbiamo l’opportunità di mettere in atto risposte emotivamente utili alla nostra sopravvivenza, che ci allontanano da esperienze, pensieri, emozioni negative.


Autore: Amadeo Furlan

Amadeo Furlan è membro del Senato accademico, professore e ricercatore di psicologia comportamentale presso la University of Northwest New York USA. Dottorato di ricerca in malattie psicosomatiche PhD, Psico Health Coach e Psico Business Coach: specialista in benessere mentale e fisico, disarmonie psicosomatiche, paure, fobie, motivazione e creazione di team altamente performanti.


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